WYCON COSMETICS

Il caso dei flash surrealisti nel centro di Napoli si inserisce in un’occasione unica per uno spazio dedicato al retail: lavorare in uno spazio storico. Se gli spazi commerciali trovano oggi il loro cuore pulsante nei centri commerciali, la sfida è stata quella di portare un layout replicabile in uno spazio non solo storico ma anche ristretto. Questa condizione ci ha portato ad analizzare lo spazio così com’era, spogliandolo delle superfetazioni e dichiarandolo nella sua essenza legata alla Bella Epoque napoletana. Lo spazio era, infatti, la sede storica del Bar Gambrinus – istituzione della città di Napoli -. Queste condizioni ci hanno portato a ricercare suggestioni sull’idea di uno spazio che, una volta esaurita la sua funzione, potesse tornare ad essere esattamente quello che era. Così è nata l’idea di proporre una scenografia, un’architettura effimera e temporanea. L’idea dell’effimero è un tema caro alla città di Napoli – basti pensare alle macchine da festa di Ferdinando Sanfelice – il tema della scenografia, avendo il teatro San Carlo a ridosso dello spazio da allestire, è diventato il fil rouge della composizione . Tutto doveva essere smontato senza che le pareti dello spazio venissero toccate. Rispetto al tema dell’installazione, mi è venuto in mente il lavoro di Luciano Baldessari per la mostra di Van Gogh a “Milano” e la mostra d’arte etrusca dove lo spazio diventa il potente sfondo dell’azione compositiva.
L’obiettivo era quello di creare una condizione di spaesamento e cortocircuito accompagnando i “visitatori” in un “eterno presente”, uno stargate temporale dove monumentale e surreale potessero convivere. La ritmica scansione dei moduli avvolge le pareti della Bella epoque e inizia a scandire il nuovo ritmo dello spazio. Poi entra in gioco la vera e propria macchina da festa , un’illuminazione contemporanea che porta al centro della scena i nostri lampi surrealisti
Lo storico contenitore è reso il più essenziale possibile e le decorazioni appaiono come il misterioso fondale di macchine luminose tassellate e sospese, giganteschi lampadari scultura che distribuiscono la pittorica immaterialità della luce negli spazi di questo luogo di ritrovo per vittime del trucco. Lo spazio diventa una cavità ispirata allo Studio 54 di New York, una scenografia reversibile, un’Odissea nello spazio delle vittime di instagram, un palinsesto dove raccontare la pacifica convivenza tra passato e presente, una stratificazione tra oro e nero lucido. Ecco perché i fulmini surreali sono importanti per noi, dichiara la dignità del retail design, di una parte del nostro lavoro in cui cerchiamo di creare opportunità uniche basate sulla modularità. La realtà come condizione necessaria per disinnescare il tema della serialità senza aver paura dell’eccesso.